"A Sanremo e Fasano, in provincia di Brindisi, il padre del premier ha fatto parte della delegazione di imprenditori che vuole edificare due outlet del gruppo The Mall.
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Matteo Renzi e il papà Tiziano Renzi |
Un affare milionario tra società schermate e personaggi di spicco del renzismo."
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Matteo Renzi e il babbo Tiziano Renzi |
Settembre 2014, Sanremo. Nel suo ufficio a palazzo di città, il neo sindaco
Alberto Biancheri riceve una folta delegazione: imprenditori, proprietari di terreni e commercialisti.
Sul tavolo, la proposta di realizzare un outlet della moda di lusso nel comune ligure. Parlano, espongono il progetto, si confrontano. In un angolo della stanza, in disparte, un uomo non più giovane ascolta interessato. Non parla, né si presenta.
Marzo 2015,
Fasano, provincia di Brindisi.
La scena si ripete. Codazzo di abiti scuri e ventiquattrore, il sindaco
Lello Di Bari dietro la scrivania, gli affari sul tavolo, il centro commerciale nei progetti. Poi quel signore. Cappello a falde larghe e occhiali scuri. In silenzio. Personaggio d’altri tempi e d’altre suggestioni. Gli incontri pre business finiscono e
dopo qualche giorno Biancheri e
Di Bari vengono
informati che l’uomo era Tiziano Renzi.
“
Mi hanno detto che era consulente per gli aspetti riguardanti il marketing”, spiega il ligure
Biancheri. “
Non so perché fosse lì”, dice invece il primo cittadino di Fasano. Così in questa storia di affari di certo restano due fatti:
Renzi senior, che
interpellato da Il Fatto Quotidiano chiude la conversazione senza nemmeno voler ascoltare le domande, e una serie di
società panamensi,
cipriote e
lussemburghesi dietro le quinte di parte del
progetto. I
protagonisti sono la
holding francese Kering fondata dal magnate innamorato dell’Italia
François Pinault e un gruppo di imprenditori riconducibili al mondo degli affari fiorentino.
Tiziano Renzi, che mette la sua faccia sulle trattative per il via libera alla realizzazione dei
nuovi outlet è solo la
punta di un iceberg intorno al quale ruota un’intricata
ragnatela di affari e di nomi più o meno noti del giglio magico. Dall’ex numero uno delle partecipate pubbliche fiorentine
Andrea Bacci all’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi.
In principio, va detto, fu Firenze. Che con
Sanremo e
Fasano (con i suoi tanti
resort a 5 stelle) condivide i
turisti che non badano a spese quando quando si tratta di
capi d’alta moda.
L’ideale per il colosso mondiale del lusso che negli ultimi 15 anni ha rilevato importanti marchi di ciò che restava del
made in Italy, a partire dalla
maison fiorentina Gucci. E qui vuole continuare a crescere, visto che
The Mall, il suo
centro commerciale di Leccio Reggello in provincia di Firenze, si è rivelato un
investimento di grandissimo successo: soltanto nel 2
014 ha generato ricavi per oltre 17 milioni di euro, con un incremento del 61,5% sul 2013.
Merito degli oltre 3,2 milioni di visitatori all’anno, quasi mezzo milione in più della galleria degli Uffizi. Naturale che il gruppo francese abbia deciso di replicare il modello. L’Italia, tuttavia, oltre che della moda e dell’arte tanto amate da
Pinault, è anche il
Paese della burocrazia e dei tempi biblici. Tanto da rendere preziosissimo l’
aiuto di quelli che in gergo si chiamano sviluppatori:
imprenditori che
trovano il luogo,
incontrano i sindaci,
creano società ad hoc, promettono ricadute economiche e occupazionali sul territorio,
sbrigano le pratiche burocratiche con l’ausilio di
gente del posto che conosce e
sa muoversi e, ottenuti
i permessi,
costruiscono i centri commerciali.
Poi li rivendono o riaffittano, chiavi in mano, al committente.
Poco importa se si sacrifica la trasparenza: delle società che hanno gestito le
operazioni di Firenze,
Sanremo e
Fasano non si possono conoscere tutti i proprietari, perché
una parte delle azioni hanno fatto o fanno capo a imprese con sedi a Cipro,
Lussemburgo o Panama.
Il ruolo di Renzi senior, poi, non
è chiaro.
Non compare ufficialmente,
ma c’è.
A Sanremo, come
a Fasano. Non si sa se anche a
Leccio Reggello dove i
Renzi sono
padroni di casa:
Tiziano è stato capogruppo e segretario del Pd a Rignano sull’Arno, a
un tiro di schioppo, mentre s
ua madre risiede a Reggello e Matteo, prima di diventare sindaco di Firenze, dal 2004 al 2009
è stato presidente della Provincia. In ogni caso
Luigi Dagostino,
il deus ex machina dei piani di sviluppi degli outlet, ha detto al mensile
fasanese Osservatorio che “
io con Matteo e Tiziano Renzi sono amico da ben 25 anni. Li frequento da quando Matteo non era neanche in politica. Con Tiziano Renzi abbiamo solo rapporti di pubblicità, ma mi lega una profonda amicizia. Quando sono venuto in Puglia, durante la campagna elettorale per le regionali, Tiziano Renzi, che fa anche politica, è venuto con me perché aveva alcuni incontri in Puglia”. Mentre il primo cittadino di Sanremo riferisce di aver inteso che il padre del premier ha un ruolo in particolare sull’organizzazione delle trasferte dei crocieristi verso l’outlet.
Ma all'ombra del marketing di Tiziano Renzi l’amico Dagostino, barlettano di nascita e toscano di adozione, negli ultimi anni oltre che di permessi, carte bollate e trattative, si è occupato di trasferimenti societari.
Dall'Italia a Cipro, Panama,
Lussemburgo e ritorno.
L’ultimo in ordine cronologico riguarda la
Egnazia Shopping Mall di Firenze, nata nel
febbraio 2015 con la
regia di Dagostino per
costruire e gestire l’outlet di Fasano. Tra i suoi
azionisti hanno figurato con oltre il 30% del capitale, la Torrado Holdings e la Tressel Overseas, entrambe di stanza a Panama. Accanto a loro
Andrea Bacci, l’
imprenditore di Rignano sull’Arno che
Matteo Renzi ha spesso
scelto per guidare le partecipate della Provincia e del Comune di Firenze. Oltre ad essere stato,
nel 1993,
socio di Renzi senior nella Raska e,
nel 2011, uno dei tre amici che
hanno prestato dei soldi al padre del premier, versandoli su un
libretto di pegno da 75mila euro con cui
Tiziano Renzi ha
rimpiazzato l’ipoteca sulla casa di famiglia (“
Ho successivamente restituito il denaro con altri assegni, in maniera da rendere tutto tracciabile”,
ha detto Renzi senior ai
pm titolari dell’inchiesta Chill Post). A proposito di
abitazioni, poi, l’
impresa edile di Bacci nel
2004 ha effettuato i
lavori di ristrutturazione nella villa del presidente del Consiglio a Pontassieve.
Uno di famiglia, insomma. E non solo.
Bacci, quando è numero uno della
Florence Mutimedia creata da Renzi, diventa l’ufficiale di collegamento tra l’allora presidente della Provincia di Firenze e
Denis Verdini. Anche questa è una
storia di marketing, ma
più virata sull'acquisto di pagine di pubblicità istituzionali sul giornale dell’ex braccio destro di Berlusconi da parte dell’ente pubblico.
Ma non finisce qui.Tra gli
amministratori della società che vuole realizzare l’outlet di Fasano, spicca il nome di
Lorenzo Rosi,
ex presidente della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, lo stesso istituto di credito in cui
Pierluigi Boschi,
il padre del ministro delle Riforme,
è stato vicepresidente prima che Bankitalia procedesse con il commissariamento per “
gravi perdite del patrimonio”.
Rosi è stato anche a
mministratore di società partecipate impegnate nella realizzazione di centri commerciali,
come Pescara Outlet detenuta al 50% con Unieco e liquidata a fine 2014. Ma quello che è stato segnalato nell'ambito del caso Banca Etruria è
la concessione di finanziamenti milionari in conflitto d’interesse alla cooperativa di costruzioni La Castelnuovese di San Giovanni Val d’Arno, di cui
Rosi è stato
presidente fino a luglio 2014. E che figura tra gli azionisti di
Egnazia, sempre la società che sta portando avanti il progetto The Mall a Fasano.
Meno nomi noti, ma schemi analoghi per le due società che si sono occupate rispettivamente di ampliare il primo Mall di Kering, quello fiorentino, e di ottenere il via libera a quello sanremese. A gestirle sono stati infatti lo stesso
Dagostino e l’
aretino Marcello Innocenti, destreggiandosi abilmente in trattative con i francesi. Dai quali
nel 2012 è stato
comprato un terreno a Reggello per 5,7 milioni poi riaffittato a Kering per 1,35 milioni annui previa intestazione della proprietà a una società cipriota, la realizzazione del fabbricato e, soprattutto, l’ottenimento di tutti i permessi per l’attività commerciale. Con tanto di previsione di un incentivo economico per ogni metro quadro di ampliamento della superficie di vendita netta del nuovo edifico autorizzato. Invece nell’
operazione sanremese Kering, che
interpellata in merito da ilfattoquotidiano.it non ha voluto fornire chiarimenti sui suoi rapporti con
Dagostino, è entrata a cose fatte a
dicembre 2014.
Il gruppo francese ha rilevato l’azienda sviluppatrice del progetto – passato anche per le mani della famiglia del segretario provinciale di Vercelli della Destra,
Franco Caserta - direttamente in
Lussemburgo, da una
società controllata da Panama. Sotto la cui
regia il contestato
Mall sanremese ha preso la scossa ed
è andato a segno dopo che era rimasto
per anni nel cassetto del sindaco. Magie del marketing.
(Fonte: IlFattoQuotidiano.it)
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