Ignazio Marino e Matteo Orfini |
Considerazioni Antimafia (Sardegna):
"Dopo scandali e denunce il sindaco di Roma Ignazio Marino, forte del sostegno del Presidente del Consiglio Matteo Renzi finge di dimettersi per poi risorgere senza nessuna legittimazione. In tanti in Italia direbbero che si tratta di una "smorfia napoletana", una "barzelletta detta male", ma purtroppo è la vera realtà: Matteo Renzi dopo lo scandalo di "mafia Capitale e i pseudo scontrini non pagati da Ignazio marino", gli dichiara ufficialmente il funerale, riferendogli tramite il suo lecca zerbino Matteo Orfini, che deve dimettersi, ora e subito!
(Link: Mafia Capitale).
(Link: Mafia Capitale).
Ovviamente Ignazio Marino controbatte e organizza una manifestazione pro-marino, Marino resisti! Marino! Siamo tutti Marino, non dimetterti!... e bla, bla. Conosciamo quanto accaduto sotto le scalinate del Campidoglio. Il problema reale, serio, che i politici non comprendono sono tanti: a noi non interessano le schermaglie, e prese per i fondelli tra politici dello stesso partito, o differente (poco importa); Il Popolo Sovrano attende e da tanto e forse troppo tempo I FATTI CONCRETI!"
Ignazio Marino ritira le dimissioni e sfida Renzi. Mossa anti-sindaco del Pd, Orfini a consiglieri “Rimettete mandato”
A Roma tra il primo cittadino e il partito è scontro frontale: "Voglio una discussione franca in consiglio comunale. Ripristinata la legalità". Ma molti assessori lasciano il mandato, compreso Sabella: "Torno a fare il magistrato". Sel: "Si stanno prendendo una responsabilità importante perché di fatto è una sfiducia che avviene ad opera di un intervento del governo e del premier". Intanto sono pronte le dimissioni di 25 consiglieri, con la minoranza in soccorso dei dem.
Sul Campidoglio lo scontro diventa frontale. Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha infatti ritirato le dimissioni che aveva presentato il 12 ottobre al culmine della polemica su scontrini e rimborsi di pranzi e cene. Ma la questione ora è diventata tutta politica.
La mossa di Marino, che era nell'aria ormai da giorni, è una sfida aperta al proprio partito che gli ha ritirato la fiducia ormai da diverse settimane e in particolare al segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi. La scadenza dei 20 giorni per ritirare le dimissioni sarebbe caduta al 2 novembre. “Alla presidente del consiglio Comunale Valeria Baglio esprimerò la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell'aula Giulio Cesare” ha detto il sindaco. “Ritengo – ha aggiunto – che ci sia un luogo sacro per la democrazia che è l’aula, un consiglio comunale e io sono pronto a confrontarmi con la mia maggioranza per illustrare quanto fatto: le cose positive, gli errori e la visione per il futuro“. Parole, le sue, confermate da quanto scritto nella lettera con cui ha ritirato le dimissioni: “Sono certo che il nostro operato abbia con fatica raggiunto l’obiettivo di ripristinare legalità e trasparenza”. Nella missiva, poi, Marino parla della “attesa di verificare la sussistenza delle condizioni politico-amministrative che permettano la prosecuzione del mandato”.
La mossa anti-Marino di Orfini ai suoi: “Rimettete il mandato”.
Pronte le firme dei 25 consiglieri: opposizione in soccorso del Pd
Per far decadere il sindaco, tuttavia, non bastano i 19 consiglieri del Pd (che con l’esponente di Centro democratico diventano 20), ma bisogna arrivare a 25 quindi bisognerebbe che si aggiungessero anche rappresentanti delle opposizioni, mentre è improbabile che questa scelta venga fatta dai consiglieri eletti con la Lista Marino e con Sel. I vendoliani, ad esempio, hanno già fatto sapere che non firmeranno le dimissioni: “Marino venga in Aula dove lo vogliamo ascoltare”. Anche nel Pd, nei giorni scorsi, i conti non tornavano tutti: era emerso che in un faccia a faccia con Orfini 9 consiglieri del Pd si erano schierati contro il sindaco, mentre 10 erano rimasti su posizioni favorevoli. Lo stesso vale in caso di mozione di sfiducia: servono 25 voti. E peraltro l’unica mozione depositata è quella del Movimento Cinque Stelle che però avrà bisogno di essere ritoccata visto che nei giorni scorsi la presidente dell’Assemblea capitolina Valeria Baglio aveva fatto sapere che non c’erano abbastanza firme (ne servono due quinti sul totale di 48). Nelle ultime ore, però, il Partito democratico sembra aver raggiunto la fatidica quota 25 per far cadere il primo cittadino. Ai 19 dem, si unirebbero quattro dell’opposizione e due della maggioranza: secondo le indiscrezioni si tratterebbe di Daniele Parrucci (Centro democratico) e Svetlana Celli (Lista civica Marino), mentre per la minoranza ci sarebbero Alfio Marchini e Alessandro Onorato (Lista Marchini), Mino Dinoi (gruppo misto) e Roberto Cantiani (Pdl). Le dimissioni contestuali dei consiglieri saranno presentate in serata o al massimo domani. La conferma è arrivata direttamente dall’ex assessore Stefano Esposito, secondo cui “domani pomeriggio si dimetteranno 25 consiglieri, forse qualcuno in più, così il consiglio, e Marino, verrà dichiarato decaduto”.
La decisione di Marino arriva quasi in contemporanea, infatti, con la richiesta del presidente del Pd e commissario cittadino del partito Matteo Orfini che – con piene deleghe di Renzi – ha chiesto ai consiglieri comunali di rimettere il mandato in modo da far decadere l’Assemblea capitolina e quindi il primo cittadino. Una mossa per “togliere ossigeno” all'ipotesi di ritiro delle dimissioni di Marino che però ora da ipotesi è diventata realtà. Tra i consiglieri presenti all'incontro con Orfini la presidente del consiglio comunale Valeria Baglio, Orlando Corsetti, Cecilia Fannunza, Michela Di Biase, Valentina Grippo, Giovanni Paris, Giulia Tempesta, Daniela Tiburzi e il consigliere di Centro Democratico Daniele Parrucci. Il vertice tra Matteo Orfini e consiglieri democratici arriva all'indomani dell’incontro, avvenuto a casa del vicesindaco uscente Marco Causi, tra il primo cittadino e lo stesso Orfini. Un faccia a faccia non risolutivo e in qualche tratto drammatico.
(fonte: IlFattoQuotidiano.it)
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