mercoledì 9 maggio 2012

Telejato, la tv antimafia in Sicilia costretta a chiudere a causa dello switch off

Pino Maniaci
Di Giuseppe Pipitone | 26 aprile 2012

L'emittente di Pino Maniaci rischia lo spegnimento perché il passaggio al digitale terrestre è previsto solo per quelle commerciali, che hanno come editori società di capitale. Per salvarla basterebbe unemendamento alla legge sulla assegnazione delle frequenze.

Il telegiornale di Telejato, la piccola emittente a gestione familiare di Partinico, dura due ore: un record che gli conferisce di diritto il titolo di telegiornale più lungo d’Italia. Un record che però adesso rischia di fermarsi. A fine giugno, infatti, con lo switch off, anche la Sicilia passerà al digitale terrestre. Solo che nella norma che regola lo spegnimento dei canali in analogico c’è una piccola falla: il passaggio in digitale è previsto soltanto per le televisioni commerciali, quelle che hanno come editori società di capitale, bilanci in regola e dipendenti assunti.

In Italia però la vecchia legge Mammì aveva creato anche un altro tipo di emittenti: quelle comunitarie, ovvero le tv onlus di associazioni, movimenti e partiti politici. In tutto sono circa duecentocinquanta, non hanno dipendenti e devono avere un bilancio in pareggio: per loro la finanziaria del 2011 (agli articoli 8,9,10) non prevede la possibilità di passare dall’analogico al digitale. In una parola dovranno cessare le trasmissioni. Anche Telejato è una televisione comunitaria, una onlus nata come emittente di Rifondazione Comunista e poi rilevata nel 1999 da Pino Maniaci, ex imprenditore edile con la perenne sigaretta in bocca. “Anche Telejato secondo questa legge dovrà spegnersi – racconta Maniaci – Il primo luglio noi non dovremmo esistere più. Non capisco come sia possibile che oggi io ho una televisione e domani lo Stato me la chiude, senza neanche dirmi il perché”.

Per salvare la televisione di Maniaci e tutte le altre emittenti comunitarie basterebbe in effetti fare un semplice emendamento alla legge sulla assegnazione delle frequenze televisive. E in effetti nei mesi scorsi una proposta di emendamento era stata presentata da alcuni senatori e deputati del centro sinistra. “E’ un emendamento che ci salverebbe perché il 30% delle frequenze assegnate alle televisioni locali dovrebbero andare alle televisioni comunitarie. Se questo emendamento venisse approvato allora le tv comunitarie riusciranno a salvarsi, altrimenti tutte le 250 emittenti chiuderanno per sempre i battenti. A rischio è la stessa libertà di stampa. Solo che il termine per presentare domanda di assegnazione delle frequenze digitali è scaduto lo scorso 20 aprile e ancora quest’emendamento non è stato neanche presentato”.

Per salvare Telejato si sono messe in moto una serie di associazioni riunite in comitato. “Abbiamo scritto ai presidenti delle camere, al presidente del Consiglio anche a Napolitano che ha risposto di non avere poteri in merito. L’unica speranza sarebbe quell’emendamento ma sembra che ci stiano prendendo in giro. Ad oggi, se la legge non viene modificata entro il 30 giugno 2012, Telejato dovrebbe chiudere”. Dovrebbe? “Si dovrebbe, perché io mi rifiuto di chiudere. – risponde Maniaci -Passerò al digitale, non rispetterò la legge, ora mi pare che si chiami disobbedienza civile. Se vogliono chiudermi devono venire a farlo con la forza: voglio vedere i carabinieri che staccano la spina e io che la riattacco”. E cosa faranno invece la stragrande maggioranza delle altre televisioni comunitarie? “Sono quasi tutte della chiesa – risponde pronto Maniaci – quindi o sono già passate su satellite o in qualche caso hanno già deciso di chiudere. In Sicilia sono circa 40 le televisioni comunitarie e visto che lo Stato da un piccolo contributo per staccare la spina hanno già deciso di spegnersi da sole”.

Da 13 anni in quel lembo di terra sassosa tra Palermo e Trapani Pino Maniaci fa capolino nelle tv di 25 comuni. Ha collezionato più di 200 querele, la maggior parte da Antonina Bertolino, padrona dell’omonima distilleria: alla duecentesima citazione per danni è andato davanti lo stabilimento e si è spogliato nudo. Poi ha racimolato una denuncia per esercizio abusivo della professione: il presidente dell’Ordine Enzo Iacopino chiuse un occhio e lo iscrisse all’albo dei pubblicisti, sottolineando che “per fare il giornalista non occorre il tesserino’’. Nel suo palmares ha accumulato poi una serie di intimidazioni: dall’auto bruciata fino all’aggressione subita da Michele Vitale, figlio allora minorenne del boss mafioso Vito Vitale, che tentò di strozzarlo con la sua stessa cravatta senza successo. Le lettere anonime ovviamente non si contano: l’ultima la mostra in diretta “è arrivata stamattina – dice estraendo un foglio dalla tasca – c’è scritto che devo andarmene da Partinico altrimenti agiranno in altri modi”. Di certo dal primo luglio a Partinico potrebbe non esserci più Telejato.

Fonte: ilfattoquotidiano.it


Lettera a Mario Monti per salvare Telejato

Editoriali - Lettere Aperte
Scritto da Pippo Giordano
Giovedì 26 Aprile 2012 17:34

Egregio senatore Monti, La prego di scusarmi se mi prendo licenza di scriverLe, non l’avrei fatto se l’argomento in narrativa non fosse serio e che potrebbe meritare un approfondimento da parte Sua.

Le scrivo, non sulla base dell’amicizia che mi lega a Pino Maniaci, ma su qualcosa di più nobile che mi sta tanto a cuore, ovvero la libertà d’informazione che rappresenta la piccola e se vogliamo unica televisione Telejato, che informa di mafia in un ristretto ambito del territorio siciliano, feudo di Cosa nostra.

La prego Prof Monti, di dedicare un paio di minuti della sua impegnata vita politica, per guardare da vicino il dramma che sta per abbattersi su Telejato di Pino Maniaci.
Un dramma, che per certi versi evitato in passato, talchè Cosa nostra ne aveva già chiesto la repentina chiusura con atti violenti che non sto qui ad elencare, ma che ora si ripresenta. E, sembra, per ironia del destino che dove non arriva la mafia, arriverà la scure di una legge dello Stato che metterà per sempre a tacere Telejato, costringendola alla chiusura nell’ambito del Beauty contest.

Chi Le scrive, è una persona che è nata e cresciuta a pane e mafia e che superata l’età adolescenziale ha messo in pratica la sua modesta conoscenza del fenomeno mafioso a disposizione di uomini che hanno lottato contro il cancro meglio conosciuto come Cosa nostra e che purtroppo sono stati ammazzati.

In forza di questa mia pregressa attività di contrasto, Le ricordo quanto era difficile parlare di mafia e quanto era praticamente impossibile sorridere in quegli anni ottanta e poi novanta con le stragi del 92/93. Quindi, ascoltare ogni giorno il TG di Telejato, rappresenta per me, e penso per tanti ascoltatori, un riscatto di quel mondo ovattato di silenzio, tutto intento a propinarci un’Italia che non c’era: un mondo idilliaco ove la mafia non esisteva affatto. Epperò sparava ed uccideva, ma erano solo “regolamenti di conti di piccoli pregiudicati”, questo era il messaggio per gli immaturi italiani.

Senatore Monti, se Lei trovasse il tempo di visitare la piccola Telejato di Partinico, come fanno migliaia e migliaia di studenti provenienti dall’Italia a dall’Europa, toccherebbe con mano, la semplicità e l’onestà che aleggia in quel che è un appartamento di pochi vani. Sì! Telejato è un’emettente a conduzione familiare, con modesti mezzi tecnici, ma soprattutto con scarse risorse finanziarie. Eppure, questa libera voce che ha il coraggio di denunciare la mafia, a breve potrebbe essere imbavagliata.

Per questi motivi, presidente Monti, la prego di voler valutare l’opportunità di salvare Telejato di Pino Maniaci, Lei ha la possibilità di far apportare correttivi alla legge, non consenta ai mafiosi di brindare a chiusura avvenuta: lo hanno già fatto con le stragi di Capaci e via D’Amelio. Ad ogni loro vittoria, corrisponde una nostra sconfitta.


Cordialità.

Pippo Giordano

Fonte: SocialSicilia.it


“Lascia Partinico”, ennesima lettera di minaccia a Pino Maniaci

LETTERA ALL'INTERNO!
Il nuovo messaggio intimidatorio recapitato presso la sede di Telejato
di Aaron Pettinari - 26 aprile 2012
E' stata recapitata questa mattina nella sede dell'emittente televisiva Telejato di Partinico l'ennesima lettera di minacce al direttore Pino Maniaci. Un testo sgrammaticato, scritto a mano, in cui sono contenute diverse frasi offensive nei confronti del giornalista che quotidianamente con i propri servizi accende i riflettori sulla mafia a Partinico, regno del clan dei fratelli Vitale, appartenenti all'ala più sanguinaria di Cosa nostra, senza mai dimenticare anche la cosiddetta zona grigia.
Clicca per ingrandire
Nel testo il forte ammonimento a lasciare subito Partinico. Maniaci, dotato di servizio di protezione, ha immediatamente informato polizia e carabinieri e ha sporto regolare denuncia. Non è la prima volta che il direttore di Telejato riceve intimidazioni. In passato minacce erano state rivolte alla propria famiglia ma anche ad i suoi collaboratori. “Noi come sempre andremo avanti – ha detto Pino raggiunto da ANTIMAFIADuemila – Non ci siamo mai fermati in passato e non lo faremo certo ora che questi 'scassapagghiare' sono tornati a far sentire il proprio puzzo. In questi giorni si vede che abbiamo lavorato bene parlando del processo The End, di Charthago, compiendo un'indagine su nullatenenti che poi girano con macchinoni. E questa è un'azione subdola di cui si son serviti per metter paura a me e ad i miei familiari. Si fanno sentire ora che siamo sempre più prossimi alla fatidica data dello switch-off. Quello sì che sarà un problema. Stiamo aspettando risposte dal Governo ma anche in quel caso andremo avanti e continueremo a trasmettere fino a quando non verranno a prenderci con la forza”.
Dal prossimo 30 giugno, infatti, anche la regione siciliana dirà addio al vecchio sistema analogico, per passare in definitiva al digitale terrestre. Telejato pertanto corre un grande rischio, quello di chiudere i battenti per l’impossibilità di acquistare le nuove frequenze e come lei sono in allamre altre 250 tv comunitarie italiane. “Il passaggio in Sicilia al digitale avverrà a giugno 2012, fino a quel momento c’è ancora possibilità di cambiare la situazione. Attenzione però: io sono sotto tutela dei carabinieri da qualche anno e finché rimane l’esposizione mediatica io sono più protetto, ma se spegni il microfono i rischi aumentano per me e per la mia famiglia”.

L'intera redazione di ANTIMAFIADuemila esprime la propria solidarietà a Pino Maniaci ed alla sua famiglia per questa ennesima minaccia. La sua attività giornalistica, libera e martellante è un punto di riferimento nella lotta alla mafia e sarebbe grave se Telejato chiudesse definitivamente. A lui va il nostro pieno sostegno anche in questa lotta.

Fonte: ANTIMAFIADuemila


VIDEO
Chiude Telejato, Pino Maniaci:
"per mano dello stato ciò che la mafia voleva"


ATTENZIONE TELEJATO NON DEVE CHIUDERE





Siamo Tutti Telejato (1/3)




Siamo tutti Telejato- Servizi


Articolo pubblicato su Antimafia.Tv ''Siamo Tutti Telejato''

Nessun commento:

Posta un commento